LA STORIA



LA FAMIGLIA





La casata dei Conti di San Bonifacio è una famiglia nobile veronese di origine franco-salica, con Milone di San Bonifacio, conte e marchese di Verona, come capostipite. La loro influenza su Verona e il nord-est Italia perdurò per molti secoli a partire dalla seconda metà del 900 d.C.



Il castello di Milone, 955 d.C.



Le radici della tragedia shakespeariana di Romeo e Giulietta affondano nei documenti storici e negli archivi dei Conti di San Bonifacio, tracciati da Rolandino, storico del XIII secolo. I Montecchi, noti anche come una fazione politica ribellatasi agli Azzi Marchesi d’Este, strinsero un'alleanza con i Conti di San Bonifacio, spesso denominati i Cappeletti per i loro distintivi cappelli. Il Conte Sauro San Bonifacio cadde vittima di Tiserio, un membro della fazione Montecchi, il quale fuggì in Oriente, lasciando ai suoi fratelli il compito di ristabilire l'ordine tra i Montecchi e i potenti Conti di Verona (Cappelletti – Azzi & Conti di San Bonifacio). Con la morte di Sauro San Bonifacio, la fazione dei Cappelletti perse definitivamente il controllo sulla città. Così, Shakespeare scrisse la tragica storia di come i Conti di Verona persero il loro amato territorio alla morte di Sauro, diventando noti come i Conti di San Bonifacio nel 1207.


LA VILLA





La Villa, risalente al XVI secolo, riflette l'importanza e la storia della casata di San Bonifacio. Originariamente divisi tra Verona e Mandriola, i Conti di San Bonifacio furono costretti a trasferirsi a Padova a causa delle loro posizioni politiche, essendo schierati all’interno del partito guelfo. La residenza fu costruita per questo motivo a Mandriola in una posizione strategica, adiacente alle mura di Padova e vicina alle vie fluviali.



 Questa dimora storica è costituita da un notevole complesso architettonico che comprende l’edificio padronale, una chiesetta, una serra, una voliera, un belvedere, una casa sul lago con torre merlata e finestre neo gotiche e un vasto parco con laghetto. L'edificio principale, distribuito su due piani, ha una pianta a forma di U che abbraccia un cortile fiorito con un autentico pozzo con vera decorata, delimitato da un muro adornato da un cancello in ferro battuto, sormontato da pilastri con statue in pietra di Custoza. I due bracci della U sono la parte più antica dell’edificio: uno conteneva l’alloggio del parroco e una piccola chiesa eretta nel Seicento, dedicata a San Giacomo, con un alto portale d’ingresso a forma ogivale e un campanile cuspidato in stile romanico. L’altro braccio, invece, era ad uso abitativo ed è il nucleo originario della villa. A fianco della residenza si trova un altro edificio, restaurato nel Settecento dal Conte Antonio Maria di San Bonifacio in occasione del matrimonio del figlio Ercole con la Marchesa Teresa degli Obizzi.



Di particolare interesse e bellezza è il Salone delle Feste settecentesco all’interno della villa, che in passato fungeva da sala da ballo, con pareti divise da una balaustra e decorate con sovrapporte con fiori e conchiglie, oltre a diversi dipinti e affreschi a carattere mitologico ispirati all’arte di Giambattista Tiepolo raffiguranti Le Fatiche di Ercole: Ercole e l’Idra, Ercole e il Leone, ed Ercole e Anteo. Il centro del soffitto è affrescato con l’opera Apollo e le Muse, accompagnate da Pegaso, attribuito all’artista di scuola “tiepolesca” Giambattista Canal. Attorno al ballatoio della sala sono presenti altre pitture monocromo color ocra anch’esse di ispirazione mitologica ritraenti Venere, Minerva, Cerere, Flora, l’Autunno e Anfitrite. Sulla parete orientale si può infine osservare lo stemma araldico della famiglia di San Bonifacio, all’interno di una finta arcata. 



Lo splendido parco in stile Romantico ottocentesco occupa oltre cinque ettari, e percorrendo i suoi vialetti abbelliti da alberi secolari e da statue settecentesche raffiguranti vari personaggi mitologici, è possibile ammirare il suggestivo lago del parco.